Meloni tira dritto sull’abolizione del reato di abuso d’ufficio e, allo stesso tempo, bacchetta Nordio, richiamandolo a non eccedere nei suoi attacchi alla Magistratura.
Ma la dichiarazione più politica è quella che la premier si è lasciata scappare sulla lettera di Marina Berlusconi al Giornale, in cui la figlia del leader scomparso rivendicava il rispetto della memoria paterna e la necessità di una riforma della giustizia che risolva una volta per tutte il conflitto tra politica e magistratura.
“Non è un soggetto politico, non è parte della coalizione” ha dichiarato stizzita Giorgia Meloni, evidentemente sottovalutando il peso di Marina su Forza Italia.
Renzi non si è lasciato sfuggire l’occasione di replicare e ha detto praticamente quello che avrebbe dovuto e voluto dire il segretario di Forza Italia Tajani e con lui tutto il suo partito:
“La risposta di Meloni non mi è piaciuta. Marina Berlusconi ha il mio rispetto politico e umano per quel che ha scritto. Quello che sta accadendo a Firenze è enorme”.
Renzi ha intuito che la giustizia può diventare il tema dirompente per la maggioranza di governo e gioca la sua partita politica verso Forza Italia, per creare davvero un terzo polo sufficientemente forte da agire in modo determinante sul governo e puntare a costruire equilibri politici diversi.
Lo stesso Renzi, d’altra parte, aveva detto di vedere come data limite per il governo Meloni le elezioni europee da cui ormai ci separa meno di un anno.
Se lo schieramento conservatore e popolare, guidato di fatto dalla nostra premier, non dovesse risultare determinante nel nuovo parlamento europeo è assai probabile che le conseguenze sulla politica italiana si farebbero sentire e che un terzo polo, composto da Forza Italia e da Renzi, potrebbe svolgere un ruolo di primo piano.
Per fare che cosa?
Intanto, per assestare un colpo decisivo alla Magistratura e limitarne l’invadenza e il protagonismo.
Berlusconi è morto ma, a quanto pare, il suo spirito aleggia e i problemi da lui aperti e irrisolti sono ancora la chiave per leggere la politica italiana.
D’altra parte, la sinistra, per ora, non sembra in grado di avanzare una propria proposta su un nodo cruciale per il nostro Paese come quello del conflitto tra politica e magistratura.
Una proposta che nel rafforzamento delle garanzie del cittadino indagato e nello snellimento dei tempi dei processi dovrebbe avere il suo punto di forza.
Più problematica è invece la separazione della carriere che potrebbe sortire persino l’effetto opposto di inasprire l’iniziativa delle procure.
Invece, a mio avviso, si dovrebbe rendere più forte e obbligatorio per l’accusa il rispetto dell’art 358 del codice penale laddove si dice che “Il pubblico ministero compie ogni attività necessaria ai fini ‘ delle indagini preliminari’ e svolge altresì accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona sottoposta alle indagini”.
Ora questo compito non pare essere svolto compiutamente; infatti, si rinviano a giudizio troppe persone innocenti che, dopo aver loro rovinato la vita, vengono assolte in numerosissimi casi.
Così è la stessa magistratura nel suo complesso a perdere di credibilità e a interferire su vicende che non le competono.
Insomma, il nodo politico esiste ed indignarsi soltanto ha poco senso.
Renzi fa il suo gioco e la sinistra dovrebbe provare a fare il proprio.
Enrico Rossi
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