Anche a Prato, come in molte altre città si è manifestato, ma qui non si è capito che cosa. La pace, si potrebbe immaginare, e invece solo la politica chi prende a prestito l’invasione russa dell’Ucraina per gli sproloqui che tendono a una neutralità pacifista come serbatoio di consensi, ma che gli ucraini che avrebbero dovuto avere ampio spazio e considerazione per parlare, non hanno avuto. Che senso ha fare, infatti, una manifestazione per l’Ucraina senza gli ucraini? Dobbiamo rispettare la scaletta, si sono sentiti dire quando il gruppo di ucraini con le loro bandiere hanno provato a protestare su alcuni interventi scorretti e sbagliati, fatti da alcuni politici pratesi. Senza entrare nel merito, che senso ha tutto questo. I diretti interessati hanno srotolato le loro bandiere e hanno lasciato Piazza del Comune come terzo incomodo, invitato solo pro forma ad una manifestazione pro Ucraina. Roba da matti: come festeggiare il compleanno senza chi ha compiuto gli anni. Che senso ha questo? È autoreferenziale? Tutto questo movimento senza i protagonisti, gli ucraini in massima parte donne e ragazzi che hanno vissuto più qui da noi che nella loro patria, misconosciuta dai politici che si sono alternati al microfono nella piazza. Un po’ come a Scandicci la sera prima, parole senza arte, né parte presentate alla folla che sa più di pro Russia che pro Ucraina, quasi che i primi subissero l’invasione. La pace, certo, ma l’imbarazzo mitigato dall’ignoranza dei più, è stato breve. Ma a certe uscite, il popolo ucraino che si aspettava di poter dire la sua attraverso la sua voce, è stata delusa e alla fine hanno piegato le loro bandiere e girato i tacchi. Che cosa vuol dire non bandiere? Che cosa vuol dire ” Speriamo che finisca presto”? Che ambiguità è mai questa? Semmai che finisca e che vinca l’Ucraina cacciando l’invasore. In questa tragedia, sono in imbarazzo e con vane parole davanti alla guerra non certo gli ucraini che delusi da questa manifestazione auto referenziale, hanno riposto le loro bandiere andandosene.
A Prato in piazza ma senza l’Ucraina.
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Adalberto Scarlino
Anche a Firenze ( e non solo ) ci sono state manifestazioni per la “pace”. Meno invocate la libertà e l’autodeterminazione dei popoli . Oggi, poi, abbiamo saputo che il sindaco ha fatto coprire con un lenzuolo nero la statua del DAVID in piazza della Signoria. In segno di lutto per la guerra. Sarebbe stato – e sarebbe – forse meglio illuminarla, la sera e la notte, per additarlo sempre , il DAVID, come simbolo di libertà.
A Roma, alla manifestazione della CGIL hanno portato cartelli con la scritta “NO Putin, NO NATO” e Landini ha predicato “una guerra non si ferma con altre guerre” Il tutto al canto
di “Bella ciao”, la bella canzone comunista inneggiante ai partigiani. MA i migliori gruppi partigiani hanno combattuto – oltre settanta anni fa, con le armi ( guarda caso fornite dagli alleati anglo-americani, nota a margine! ). Hanno scelto di combattere.Così come avevano combattuto, avevano scelto di combattere, oltre cento anni fa, gli irredentisti risorgimentali, gli inteventisti democratici, le migliaia di volontari, insieme ai soldati del regio esercito italiano in grigioverde nelle tre battaglie del Piave.