Leggo sul Corriere che il presidente di Confindustria nord est si è finalmente reso conto che la politica monetaria della BCE sta strangolando le piccole e medie imprese e arricchendo la grande finanza mondiale.
Alla buon ora l’aria frizzante di questi giorni ha rimesso in moto gli algoritmi cerebrali rallentati dall’afa: buon risveglio presidente.
Una vera disgrazia che l’atipico frescolino abbia risvegliato anche il governo che ha partorito una toppa che è molto peggio del buco periodicamente allargato dalla signora Lagarde.
La sub-geniale banchiera continua (o è guidata?) a confondere l’inflazione attuale come le molte trascorse, causate da eccesso di domanda e per curarla usa la stessa medicina, che è venefica per l’economia attuale perché questa “malattia” che ha origine totalmente diversa, l’ aumento speculativo dei costi dell’energia e delle materie prime.
Alzare i tassi e tagliare l’accesso al credito sta mettendo in ginocchio tutto il settore produttivo a favore del settore finanziario.
Le grandi banche hanno dei bilanci eccezionali, utili e dividendi da sogno. Tassi alti, rischio portato quasi a zero, un potere finanziario oligopolista sfrontato, che però a breve si rivelerà un boomerang.
Le piccole e medie industrie non solo devono pagare interessi altissimi per avere il denaro che servirebbe loro per fare gli investimenti indispensabili per continuare ad essere competitive, ma si vedono tagliere questa possibilità da regole sempre più stringenti, procedure pachidermiche applicate alla lettera da analisti finanziari “scolastici” che non hanno mai visto un’industria.
Il 2022 è stato l’anno, soprattutto l’inizio, che ha visto l’aumento improvviso, imprevedibile e sconsiderato di energia e materie prime e nella maggior parte dei bilanci delle aziende, comprese quelle di settori in crescita, cito qui a nord est quelle del prosecco, ha avuto impatti fortemente negativi.
In generale i ricavi sono sensibilmente cresciuti e gli utili malamente calati e questo non per incapacità degli imprenditori, ma per ragioni obiettive. Non sempre l’aumento delle materie prime (a volte raddoppio vedi gas, ferro, vetro ecc.) è stato possibile riassorbirlo con repentini cambi di listino e condizioni di vendita.
La piccola e media industria assicura lavoro e sostentamento a oltre la metà degli Italiani, in un paese normale un governo che monitora una situazione del genere interviene rapidamente a supporto.
Il nostro governo invece si inventa una tassa sugli extraprofitti delle banche, misura populista di serie Z per raccogliere qualche voto di pancia e non sfiora nemmeno vagamente il cuore del problema: il costo del denaro e l’accesso al credito per chi si flagella ogni fine mese per mantenere in piedi la propria attività.
Anzi a causa di questa misura con molta probabilità la situazione peggiorerà per quanto attiene l’accesso al credito.
Le banche ridurranno ancora il fattore rischio e chiuderanno ancor più i rubinetti del credito.
Tutti contenti al Bar Sport: “la Meloni ha stangato le banche, brava!!!” e giù voti, sondaggi alle stelle, ma così non si risolve nulla.
Lei oggi si intesta il provvedimento, “lo rifarei”, Conte, cinque stelle cadenti, tenta in ogni modo di intestarsi l’idea per recuperare i suffragi di qualche carogna lasciata per strada dalla Meloni. Che squallore, è questa la sinistra?
Bisogna porre le banche nella condizione di tornare a fare il proprio lavoro a fianco delle imprese, rivedere le regole di accesso al credito, permettere alle aziende di avere le risorse per risanarsi e crescere. Questa la chiave di un’economia sana e del benessere di un paese.
Questa classe politica malamente mischiata a burocrati, dinosauri veri padroni dello “Stato”, non ha idea di cosa sta governando, dei problemi reali del paese, di come sia cambiato il mondo del lavoro, delle necessità, se non indispensabilità, dei cittadini.
Parte sostanziale non ha mai lavorato, si è circondata da social staff che non ha mai lavorato, mette in mano la scrittura dei provvedimenti a burocrati che non sono mai usciti dal ministero, mai entrati in un’azienda, a banchieri che leggono numeri, ma a loro volta non hanno idea di come funziona un’azienda e delle esigenze vere della stessa.
L’unico fine è “la caccia al voto” ed i continui provvedimenti da Bar dello Sport ne sono la prova.
Fiorenzo Da Ros
Luciano
La missione della BCE è garantite la stabilità dei prezzi. Le politiche per lo sviluppo si fanno con politiche fiscali. Bisogna avere margini ma se lo hai bruciati tutti accumulando un debito Monster devi prendere la solo con te stesso e non con la BCE .Poi devi capitalizzare l’azienda, non farlo a tutto debito. E le politiche prudenziali non sono che interesse di tutti i cittadini