Per chi avesse ancora qualche dubbio in quali mani si è finiti con l’avvento della cosiddetta seconda repubblica si porta ad esempio qualche scelleratezza pagata miliardi dagli italiani anche se, purtroppo, non è stata l’unica perché altre ne hanno fatte ed arriveranno tutte a scadenza, anche se molte sono già passate all’incasso. Si inizia con le autostrade: era il 1950 quando l’IRI fondava la Società Autostrade Concessioni e Costruzioni S.p.a. per contribuire alla ricostruzione post bellica dell’Italia. La prima Convenzione tra Anas e Autostrade nel 1956 fu un importante tassello nella storia delle infrastrutture italiane, visto che quest’accordo prevedeva un co-finanziamento per la costruzione e la gestione dell’Autostrada del Sole Milano-Napoli, inaugurata poi nel 1964. In pochi anni si diede al Paese una rete autostradale di livello di circa 8.000 Km che consentiva agli italiani di avere una rete strutturata e i consistenti incassi dai pedaggi consentivano sia di mantenerle sempre in ottima salute e sia di incassare soldi che non venivano chiesti ai contribuenti in quanto la proprietà e la gestione erano dello Stato. Ma la sciagura dell’avvento della sedicente seconda repubblica ebbe questo “suggerimento” da “terzi” che i suoi novelli ed inesperti fautori eseguirono seduta stante cioè vendere i gioelli di proprietà degli italiani con la magica formula della “privatizzazione”. A questa errata e fuorviante scelta si unirono i cori di tutti i media, nessuno escluso, che molto spesso erano controllati dai novelli aspiranti acquirenti definiti da taluno “capitani coraggiosi” del capitalismo italiano (sic!). In un paese serio oggi a costoro andrebbe presentato il conto per aver prima “consentito” per poi “affiancare” ed “aiutare” un’assurda vendita che la Germania, ad esempio, non ha mai adottato eppure lì la presenza di potenti gruppi c’è ma i governi di Berlino, guidati alternativamente da democristiani e socialisti che qui gli italioti avevano messo al bando non l’hanno mai né pensato e, tantomeno, mai consentito. Per inciso i 13.000 km di autostrade germaniche sono anche gratis. I soggetti responsabili di questa errata scelta furono in ordine temporale: il cda dell’IRI che vedeva la presenza di G.M. Gros-Pietro, Presidente e Piero Barucci, Patrizio Bianchi, Piero Gnudi, Mario Draghi, Roberto Tana e Alessandro Tripi come Consiglieri ed esecutori della volontà politica imposta servilmente da Romano Prodi col suo governo 18.05.1996 al 21.10.1998, seguito da Massimo D’Alema 21.10.1998 al 22.12.1999 governo formato dall’Ulivo con DS-PPI-RI-SDI-Fed. Verdi-PdCI-UDR-La Rete dal 22.12.1999 al 26.04.2000 con Sergio Mattarella Vice, con Azeglio Ciampi al Tesoro,Bilancio e programmazione Economica fino al 13.05.1999 sostituito da Giuliano Amato dal 13.05.1999 e che continuò con Giuliano Amato dal26.04.2000 al 11.06.2001 DS, PPI, Democratici (Prodi e Parisi), Udeur, Verdi, Pdci, RI, SDI e al Tesoro, bilancio e programmazione economica Vincenzo Visco e a chiudere il cerchio Silvio Berlusconi dall’8.05.2008 al 16.11.2011 con Economia e finanze a Giulio Tremonti. Per completare l’opera il 27 aprile 2018 la Commissione europea dà l’ok al prolungamento della concessione ad Autostrade per l’Italia fino al 2042, accordo sottoscritto dal governo Gentiloni. In cambio, la società accetta una piccola riduzione dell’aumento dei pedaggi e la costruzione della cosiddetta “Gronda di Genova”. Il governo Berlusconi con una legge del 2008 consentiva ai Benetton un risarcimento anche di fronte a una loro grave inadempienza contrattuale e, come se non bastasse, di continuare a pagare al concessionario di Autostrade in caso di revoca un risarcimento da parte dello Stato dal giorno della revoca fino alla fine della stessa. Ma solo dopo quattro mesi, il 14 agosto 2018, crolla il ponte Morandi a Genova con 43 morti.
Lo Stato avrebbe dovuto, in tutti questi anni, controllare che i Benetton investissero e che Autostrade investisse in prevenzione per migliorare lo stato delle strade. Così non è stato, del resto a quello sarebbero anche serviti i carissimi pedaggi. Quindi, alla fine, la giusta “revoca della concessione” si trasforma in un ennesimo incasso dei Benetton in quanto la norma berlusconiana era inaggirabile. La conclusione è stata che con 8 miliardi e 800 milioni Cassa depositi e prestiti, cioè lo Stato con i soldi di noi contribuenti, si accorda con i Benetton accollandosi anche un risarcimento di 3 miliardi e 400 milioni che Autostrade doveva allo Stato. In questo maxi aiuto confortati dal governo di Giuseppi Conte e dall’ex ministro degli esteri Giggino Di Maio anche per questo promosso osservatore dell’UE per il medio Oriente dove, con molta probabilità, azzererà gli eterni conflitti arabo-israeliani, convincerà gli ayatollah iraniani a non costruire più l’atomica, a sedare definitivamente i conflitti siriani e a far smobilitare le basi russe e turche sul territorio di Assad………e tant’altro!
Conclusione amara: oltre al fatto che prevenzione, manutenzione e miglioramento delle autostradesono rimasti, sostanzialmente, inevasi in tutti questi anni c’è da aggiungere che non applicandoli i Benetton hanno incassato per molti anni dividendi miliardari a cui vanno aggiunti gli 8,8 miliardi per cedere a Cassa Depositi che, detto a quattr’occhi non è proprio lo Stato italiano, e l’annullamento della penale comminata di 3,4 miliardi che si accollerà la Cassa Depositi e così la bella favola delle italiche privatizzazioni nessuno l’ha osata contestare ed i responsabili, appartenenti a tutti gli schieramenti succedutisi dal 1994 ad oggi sono tutti lì.
Per concludere e solo per completezza di informazione il processo penale in corso molto probabilmente, visti i tempi biblici della magistratura nostrana, porterà tutto in prescrizione. Auguri!
Raffaele Romano
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