“Sempre più persone in tutto il mondo sprofondano in crisi umanitarie a causa di conflitti nuovi o in corso e delle conseguenze dell’emergenza climatica ed ecologica. Se le persone bisognose di assistenza umanitaria fossero un paese, questo sarebbe il terzo più grande al mondo. E questo non-paese che soffre cresce a ritmo esponenziale, con un aumento del 30% dall’inizio del 2022. Oggi più che mai le popolazioni colpite dalle crisi hanno bisogno di assistenza umanitaria. Ecco perché, in vista della Giornata umanitaria mondiale, rendiamo omaggio agli operatori umanitari che, in prima linea, rischiano la vita per salvare gli altri e ridurre le sofferenze umane, e onoriamo la memoria di coloro che sono morti al servizio degli altri”. È quanto dichiarato per la Giornata umanitaria mondiale, oggi, 18 agosto, dal Vicepresidente della Commissione europea, Josep Borrell, e dal Commissario Janez Lenarčič.
“Dall’inizio dell’anno gli attacchi contro gli operatori umanitari hanno tragicamente causato la morte di 62 operatori umanitari, il rapimento di altri 33 e il ferimento di altri 82. Sono atti inaccettabili che non dovrebbero essere tollerati – hanno aggiunto -. La protezione dei civili, compresi gli operatori umanitari e il personale medico, è un obbligo ai sensi del diritto internazionale umanitario che deve essere rispettato, anche garantendo un accesso senza restrizioni all’assistenza umanitaria”.
I due esponenti della Commissione Ue, hanno poi parlato della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina che “ha causato una crisi mondiale della sicurezza energetica e alimentare, che ha portato a un peggioramento della situazione umanitaria in tutto il mondo. Abbiamo inoltre assistito allo scoppio di nuovi conflitti, come i devastanti scontri in Sudan e i colpi di Stato militari nel Sahel, che hanno aggravato la situazione umanitaria generale”.
Infine, secondo Borrell e Lenarčič, “a peggiorare la situazione, la decisione della Russia di porre fine all’iniziativa sui cereali del Mar Nero, seguita da un aumento degli attacchi ai porti ucraini del Mar Nero e del Danubio, che perturbano le consegne di cereali in tutto il mondo, sprofonderà innumerevoli comunità nell’insicurezza alimentare, come in Afghanistan, Etiopia, Gibuti, Kenya, Somalia, Sudan o Yemen”.
(Aise)
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