Si combatte a Kyiv e la resistenza ucraina si fa sentire davanti al nemico, lo storico, nemico che dai tempi di Pietro I, considera l’Ucraina una loro conquista. Appare abbandonata da tutti oggi l’Ucraina e Kyiv sembra la Roma del 1849 assediata dai francesi e dalle truppe Russe e austriache. Una guerra persa. Persa lo sembra per la realpolitik, per il cinismo di chi piaceva giocare a Risiko. Invece, si moltiplicano gli aiuti anche militari. Kyiv combatte e il suo presidente è con i suoi soldati in prima persona. Questo spiazza anche i pacifisti di quaggiù che fatalmente sono per Putin. La pace per la pace è ipocrisia, è darla vinta a chi sta uccidendo il popolo ucraino . La forza degli ucraini non era prevista, ma sostenuta dalla Gran Bretagna. La mia famiglia è in mezzo ai combattimenti. Negli scorsi giorni un gruppo di elicotteri russi sono stati abbattuti vicino ad un piccolo aeroporto poco fuori la capitale. Ho chiesto a mia moglie se la rivedrò. Lei è sicura di sì e presto. Questi soldati russi sono male armati, mi racconta, con mezzi molto vecchi. Certo i missili fanno male. Sono morte centinaia di civili e molti bambini. Sembra che Putin abbia voluto svecchiare i suoi armamenti mandando allo sbaraglio tanti giovani russi facendogli credere che sarebbe stato facile come lo fu per occupare la Crimea nel 2014. E invece la resistenza militare ucraina si fa sentire e ha bisogno di munizioni, così Zelensky ha risposto a Biden. ” Ho bisogno di munizioni, non di un passaggio”, quando gli aveva offerto una via di fuga personale. Il presidente ucraino resta al fianco dell’esercito. E la mia famiglia resta al fianco del suo popolo nonostante io gli abbia detto in tutte le maniere nel tempo scorso, prima della seconda invasione di questi giorni, di tornare a casa in Italia.
“Ci vedremo se non mi casca una bomba in testa” mi risponde mia moglie. I russi non si aspettavano questo, non capiscono perché gli vogliono male. Gli era stato detto che venivano per liberarli, invece gli sparano addosso e tutti gli ucraini civili non venduti difendono con energia e capacità tattica il loro paese dove sta risorgendo la lingua ucraina da secoli di gioco linguistico e che i russi non conoscono e non capisco perché gli è differente.
Enrico Martelloni
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