L’economia americana, nel mese di Luglio del 2023 ha creato 187 mila posti di lavoro nel settore non agricolo, meno del consensus che era per un incremento di 200 mila nuovi occupati. Anche il mese di giugno ha mostrato una revisione al ribasso con 185 mila unità. La statistica dice che sono necessari tra i 70 mila e i 100 mila posti al mese per tenere il passo con la crescita della popolazione in età lavorativa, per cui, almeno per ora, non vi sono pericoli di calo dell’occupazione. A portare maggiore contributo al dato di luglio, i settori dell’assistenza sanitaria e sociale, oltre alle attività finanziarie, noleggi e leasing. Va detto che la retribuzione media oraria, è aumentata dello 0,4% sempre a luglio e la disoccupazione generale è diminuita al 3,5%. La reazione dei mercati hanno, contrariamente alle previsioni, chiuso in rosso, anche in ragione di risultati aziendali inferiori alle attese. Il Dow ha perso quasi 150 punti, mentre l’S&P e il Nasdaq hannp perso rispettivamente lo 0,5% e lo 0,3% trascinati al ribasso da Apple che ha presentato una trimestrale deludente e con una capitalizzazione di mercato scesa sotto i 3 trilioni di dollari. La discesa dei listini comunque deriva non solo dalle trimestrali ma anche dal fatto che accanto a risultati deludenti sui NFP i salari orari e la disoccupazione generale in calo, indurranno probabilmente la Fed ad alzare nuovamente il costo del denaro. Va ricordato comunque che tra i risultati aziendali, sono saliti Amazon, Booking e dropbox.
VALUTE.
Sui cambi, registriamo movimenti poco significativi in termini percentuali con recuperi di EurUsd e Cable e un dollaro che in generale ha perso contro quasi tutte le valute concorrenti, rimanendo però nel trading range delle ultime sedute. La sensazione è che fino a quando non cambierà qualcosa in termini di politica monetaria, il mercato e le price action si siano cristallizzate, pertanto la strategia migliore sembra quella di lavorare intorno ai punti di swing sugli eccessi con strategie contrarian, in modo da sfruttare le oscillazioni bilaterali che sembrano dominare le ultime 8 10 sessioni. Attenzione anche allo Jpy e al test dei supporti chiave a ridosso di 141 la cui violazione potrebbe spingere il biglietto verde anche al test di 137 138 area. Ancora a ridosso dei minimi i cross contro il franco svizzero, valuta che ancora rimane dominante sotto ogni aspetto, anche su eccessi significativi, pur in assenza di una importante avversione al rischio. La Snb non riesce proprio ad indebolirlo, nonostante le ripetute minacce verbali di intervento.
PETROLIO.
Sul fronte del greggio, segnaliamo un Wti salito sopra quota 82 così come il Brent sopra 86, in una price action che evidenzia una salita dell’oro nero per la sesta settimana consecutiva, la più lunga del 2023. L’Arabia Saudita ha promesso ulteriori tagli della produzione per un milione di barili al giorno, ancora per un altro mese, mentre l’Opec+ ha mantenuto invariata la produzione. Per ora, anche complice il periodo estivo, in cui la domanda di petrolio aumenta, in ragione del periodo delle vacanze sembra difficile intravedere inversioni di questo trend.
DATI DELLA SETTIMANA
La prossima settimana sarà caratterizzata dai dati sull’inflazione americana, giovedì, in presenza ancora della pubblicazione delle trimestrali. Ma, va detto che negli Usa sono attesi i prezzi alla produzione e il Michigan consumer sentiment. Altrove c’è attesa anche per i dati sull’inflazione e sul commercio in Cina, quelli sul Pil Uk, e per quel che riguarda gli emergenti, attenzione alla decisione sui tassi della Banca centrale indiana e i numeri sull’inflazione in Brasile e Messico. Per quel che riguarda l’Europa, segnaliamo i dati definitivi sull’inflazione che possa confermare che l’indice dei prezzi stia scendendo anche nel vecchio continente.
Saverio Berlinzani
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