In Toscana l’agricoltura è un settore economico particolarmente rilevante ma attua anche una significativa sinergia con gli altri comparti. Il turismo, anzitutto, ma anche il manifatturiero perché contribuisce a delineare il profilo del Tuscany lifestyle .
Ne abbiamo parlato con Stefania Saccardi Vice Presidente della Regione Toscana che ha tra le sue deleghe l’agricoltura , foreste, caccia e pesca, agriturismo. politiche per la montagna, Toscana diffusa: aree interne.
L’agricoltura toscana , una realtà particolarmente significativa…
Certamente. Porta sulle nostre tavole prodotti di alta qualità tra cui 91 prodotti a Indicazione Geografica e 461 prodotti agroalimentari tradizionali oltre alle produzioni dei 148 produttori concessionari del marchio regionale Agriqualità di cui 57 trasformatori. Questo potenziale deve essere ulteriormente valorizzato e sarà necessario agire sui margini di miglioramento per incrementare l’impatto di tali eccellenze. Basti pensare a esempio alle stesse DOP, IGP, STG per cui la Toscana, prima in Italia per numero di produzioni, è la quinta regione a livello nazionale per impatto economico territoriale di tali prodotti, con un valore della produzione di 144 milioni per il Food e 961 per il Wine.
Il settore agroalimentare può essere dunque un volano per la ripresa ?
Che il settore agroalimentare rappresenti un volano per l’economia lo dimostra anche l’andamento del primo trimestre 2020, dove i prodotti dell’industria agro-alimentare hanno registrato un +5,7%. E’ chiaro che fanno parte integrante di filiere essenziali sulle quali la domanda internazionale ha continuato a esercitare una pressione positiva nel corso della prima parte dell’anno, dati che confermano che il settore agroalimentare regionale ha un valore ben superiore rispetto al suo specifico peso economico, contribuendo a caratterizzare e a far riconoscere la Toscana come un modello territoriale, paesaggistico e culturale unico e di pregio, riconosciuto a tutti i livelli
Ma quali sono i numeri dell’ ’agro-alimentare toscano ?
è una realtà produttiva fatta da oltre 45.000 aziende agricole alle quali si aggiungono le circa 3.200 imprese agro industriali. Il valore aggiunto di agricoltura e agroalimentare ammonta a 3,5 miliardi di euro, di cui 2,3 miliardi (pari al 65%) è riferito alla sola agricoltura. L’export regionale nel 2018 ammonta a circa 2,5 miliardi pari a circa il 6% del totale dell’export nazionale. Un settore, quello agroalimentare toscano, che impiega 66.200 occupati (51.000 in agricoltura e 15.200 nell’agroindustria), di cui circa 13.000 nella filiera dei prodotti certificati.
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L ’agricoltura ha anche un intrinseco valore socio culturale …
L’impresa agricola si è evoluta sempre di più da semplice “struttura produttiva”, verso un’impresa fortemente radicata nel territorio e con le comunità locali, che produce prodotti di qualità ben identificati e anche servizi utili per tutte le comunità.
Un esempio emblematico che racchiude il valore intrinseco socio culturale dell’agricoltura sono proprio i prodotti agroalimentari tradizionali (PAT), definiti come espressione del patrimonio culturale italiano, al pari dei beni storici, artistici e architettonici. Si tratta di un universo di piccole produzioni, meno conosciute ma profondamente legate a contesti territoriali circoscritti e ad antiche pratiche che, al pari delle produzioni di punta, raccontano e rappresentano la storia della cultura rurale toscana. Riconoscere e valorizzare questo “tesoro” della nostra terra significa preservare i territori, l’ambiente, il germoplasma, la cultura gastronomica, ma anche creare nuove opportunità di crescita per le comunità che rendono viva, ospitale e accogliente la nostra regione. Per questo la Toscana ha lanciato lo sviluppo del Centro delle competenze sui PAT per dare un nuovo slancio strutturato a tali produzioni anche nell’ambito di una strategia di filiera.
Qual è l’importanza delle aree interne?
Le aree interne sono un patrimonio per la loro dotazione ambientale e naturalistica e per le produzioni agricole di pregio, che rappresentano elementi di identità locale e culturale.
Gli specifici bandi, che si collocano all’interno della SNAI – Strategia Nazionale per le Aree Interne – offrono opportunità importanti per lo sviluppo economico di tali aree, fornendo alle istituzioni, alle imprese e a tutti i cittadini l’opportunità di lavorare in modo condiviso per valorizzare le grandi potenzialità del territorio, per cercare di interrompere il progressivo calo demografico e lo spopolamento di queste zone che devono invece garantire sviluppo e occupazione ai suoi abitanti. E’ di questi giorni anche l’approvazione del Protocollo di intesa per l’attuazione della Strategia di Area dell’Area Interna “Valdisieve – Mugello – Val di Bisenzio”.
Ancora, assicurare i servizi e sostenere l’innovazione e la digitalizzazione, a partire dal completamento del piano della Banda ultralarga, per promuovere un ambiente rurale vivibile, attivo e dinamico, magari anche con nuovi strumenti volti a favorire lo sviluppo delle start-up nelle zone rurali, rappresentano azioni imprescindibili per contrastare il fenomeno dello spopolamento delle aree rurali e per garantire una Toscana diffusa.
E per quanto riguarda la valorizzazione dei piccoli centri della montagna ?
I territori montani della nostra Regione sono una realtà di riconosciuto interesse tecnico, scientifico, culturale e sociale. Le zone montane, le superfici boscate e in particolare le aziende agricole operanti in queste realtà territoriali, compresi i relativi prodotti tipici e le produzioni forestali, rappresentano per la Toscana una ricchezza non solo da salvaguardare ma soprattutto da valorizzare. La politica di sviluppo rurale, insieme con la strategia delle aree interne e le politiche di sviluppo regionale, sono protese ad assicurare il perseguimento dell’obiettivo della coesione economica, sociale e territoriale per lo sviluppo della montagna.
A supporto dello sviluppo delle aree montane, oltre alle misure del PSR, con finalità di sostenere la competitività del sistema montano, la tutela dell’ecosistema e la promozione della qualità della vita e dei servizi in montagna, con particolare riguardo a quei territori montani che si trovano in situazione di maggior svantaggio, si deve ricordare anche il “Fondo regionale per la montagna” (ex art. 87 l.r. 68/2011) e l’accordo di collaborazione con ANCI finalizzato al coordinamento e alla implementazione delle politiche per la montagna toscana e per la prevenzione del fenomeno dello spopolamento.
Per tali aree, compresi i piccoli centri, la Regione è impegnata, anche con importanti progetti europei, a promuovere un modello economico basato sui valori sociali e ambientali, valorizzare i prodotti agricoli ed agroalimentari locali, i luoghi di produzione e gli itinerari collegati per raggiungere mercati di alta qualità nonchè costruire relazioni virtuose con le aree urbane e i consumatori più attenti e offrire motivi di attrazione turistica e di fruizione naturalistica e culturale.
Per quanto riguarda l Appennino , è importante la collaborazione fra Toscana ed Emilia-Romagna
I parchi nazionali dell’Appennino Tosco-Emiliano e delle Foreste Casentinesi costituiscono alcune fra le realtà più attive in tutto il Paese per la tutela della biodiversità e la fruizione sostenibile del territorio anche turistica.
In particolare, il Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano rappresenta un importante patto di collaborazione territoriale tra soggetti pubblici, privati ed economici che insieme all’alleanza (Apt Servizi e Toscana Promozione Turistica) per la promozione e valorizzazione turistica della montagna tosco emilano-romagnola, rappresentano una preziosa strategia territoriale da rafforzare per una continua e stretta collaborazione fra Toscana ed Emilia-Romagna per la valorizzazione dell’Appennino.
Una realtà importante che va in questa direzione e a cui teniamo particolarmente, proprio anche per la caratteristica posizione geografica strategica, è la Comunità del Cibo di Crinale 2040, di recente costituzione che, oltre a rappresentare insieme alle altre Comunità presenti sul territorio realtà organizzative custodi dello sviluppo territoriale, offre un tavolo di lavoro interregionale fondamentale per rafforzare la collaborazione tra le regioni e la valorizzazione dell’Appennino.
Gabriele Parenti
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