Riprendiamo i nostri commenti giornalieri relativi ai mercati, dopo una breve pausa di una settimana, nella quale si sono succeduti eventi tale da portare ad un aumento del risk off. Ovvero della paura. La sostanza è che i mercati occidentali (escludiamo volutamente l’Asia da tutto ciò) hanno visto un leggero recupero del dollaro in una settimana borsistica nella quale i listini hanno ceduto terreno, insieme ad un rialzo dell’indice vix, segnale di aumento della tensione, e parallelamente una discesa che ha analogo significato dell’indice paura e avidità, sceso quasi sotto al livello neutrale verso le zone rosse della paura ed estrema paura. Le ragioni di questo aumento della tensione dipendono indubbiamente dai dati americani, che hanno evidenziato ancora resilienza in un contesto nel quale, come confermato anche dalle minute della Fed pubblicate in settimana, la banca centrale sembra ancora orientata ad alzare i tassi per combattere una inflazione che scende ma non al ritmo voluto, lasciando aperte delle sacche di prezzi in rialzo che costringono le autorità monetarie a rimanere vigili per evitare ulteriori recrudescenze dei prezzi. E così, sui mercati abbiamo avuto una settimana di ribassi per Wall Street, e di conseguenza recupero del dollaro. Non accade la stessa cosa in Asia, dove la Cina è alle prese con un preoccupante ribasso dello Yuan contestuale ad una economia che rallenta e che si trova alle prese con la bancarotta di Evergrande, il gigante del mattone cinese, fallito a New York, dove è quotato, sotto il peso di 300 miliardi di dollari di debiti. La società ha dichiarato di portare avanti la ristrutturazione del debito offshore ma intanto ha chiesto negli Usa la protezione dei propri beni in America. Nel frattempo la Pboc questa notte ha ridotto di 10 punti base il tasso primario sui prestiti ad un anno, portandolo al minimo storico del 3.45%, anche se ha mantenuto stabile il tasso di riferimento per i mutui, quello a 5 anni, al 4.2%. La banca centrale ha ripetutamente promesso di voler rilasciare maggiore liquidità nel sistema, per combattere la deflazione, riemersa dopo la pubblicazione dei dati sull’inflazione, tornati addirittura negativi su base annua. UsdYuan a 7.3344, non lontano dai massimi dell’ottobre 2022 di 7.3773.
VALUTE.
Sul mercato valutario, l’aumento del risk off si è tradotto in un recupero del dollaro che ha guadagnato contro le principali valute concorrenti. Dollar index salito a 103.40 con possibili obiettivi a 104.25 30 area, precedente massimo del maggio scorso. Supporti che intervengono a 102.40 e 104.90. EurUsd che per ora ha tenuto 1.0840 area e sembrerebbe poter correggere fino all’area di 1.0920 anche se il trend resta ribassista. Cable più forte, ancora sopra 1.2700 in ragione di un’EurGbp che rimane sotto pressione a 0.8530 40 area. I livelli da osservare sulla valuta britannica contro dollaro sono posti in area 1.2680 90 e 1.2790 00 mentre per il momento nulla sembrerebbe scalfire questo trading range. Restano assai deboli le oceaniche, in ragione della debolezza della congiuntura asiatica, che spinge al ribasso AudUsd e NzdUsd, non lontani da livelli chiave da un punto di vista tecnico. 0.6260 70 e 0.5840 sembrerebbero gli obiettivi di medio termine per i due rapporti di cambio. UsdJpy che dopo aver visto 146.50 come obiettivo del rialzo, ha corretto e ora si trova a ridosso dei supporti chiave a 145.00, la cui violazione diventa la chiave per poter assistere ad eventuali ulteriori ribassi, considerando sempre l’incognita Boj che a questi livelli, nel recente passato, è intervenuta a sostegno della valuta locale.
DATI MACRO E APPUNTAMENTI CHIAVE.
Oggi l’appuntamento più rilevante sono i dati relativi ai Ppi tedeschi e ai dati sul mercato immobiliare canadese. Ma il momento chiave della settimana, saranno i dati Pmi manifatturieri e dei servizi per Giappone, Francia, Germania, Eurozona, Regno Unito e Stati Uniti, previsti per mercoledì. Giovedì ordini di beni durevoli negli Usa mentre venerdì Pil tedesco e indice Ifo. Infine ricordiamo il simposio a Jackosn Hole del prossimo fine settimana, con grande attesa per le parole di Jerome Powell che lo scorso anno in questa occasione annunciò l’ulteriore inasprimento monetario della Fed.
Saverio Berlinzani
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