Lilli Gruber deride Mario Giordano per la sua brutta voce.
Certo che se sulla voce si potessero fare tutti gli interventi di chirurgia estetica cui la Gruber si è sottoposta Giordano avrebbe la voce di Pavarotti.
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La partita del Quirinale è ancora lunga e complicata, ma qualcosa si incomincia a capire.
Si è capito, per esempio, che Draghi al Quirinale ci vorrebbe andare. Eccome se ci vorrebbe andare.
E si è capito anche che Conte, Letta e Berlusconi non ce lo vogliono mandare.
Ma Conte, Letta e Berlusconi insieme, ammesso che trovino un nome comune non bastano ad eleggere un presidente. E allora?
Allora bisogna trovare un nome che, allargando la base, faccia da minimo comun denominatore per ottenere i voti necessari.
Ma, poiché nomen est sostantia rerum, più si allarga la base più il denominatore trovato sarà minimo. Di nome e di fatto.
IL TACITURNO
Giacomo
Chi l’ha detto che M5S PD LEU e FI non hanno i numeri per eleggere l’uomo del Quirinale? Ora anche l’aritmetica è diventata un’opinione.PD 133, M5S 233, LEU 18 +EU 5 Tabacci 6, Cons. Reg. 25, FI 127= 547. Maggioranza al 4° scrutinio 505. Renzi in regalo alla destra.