Una targa tutta d’oro per la mitica Giulietta azzurra del fondatore dell’Eni Enrico Mattei.
Mercoledì mattina l’Alfa Romeo del primo presidente dell’Ente petrolifero di Stato riceverà a Matelica il prestigioso sigillo d’oro da apporre sulla calandra anteriore direttamente dalle mani del presidente nazionale dell’Automotoclub storico italiano Alberto Scuro.
Sarà una grande soddisfazione per la nipote prediletta Rosangela Mattei fregiare l’auto di zio Enrico della targa con la quale l’auto del presidente è stata iscritta nel registro ufficiale delle auto storiche italiane.
Una soddisfazione che arriva al termine di un lungo impegno di Rosy che dal 27 ottobre 1962 ha cercato in tutti modi di tenere vivo il ricordo dell’amato Zio che l’aveva voluta con se a Roma per frequentare le scuole medie nella Capitale.
“Ho dei ricordi bellissimi di questa auto – spiega la vulcanica Rosy – ogni sabato l’autista di zio Enrico mi veniva a prendere al collegio che frequentavo a Roma e mi portava da lui e da zia Greta alla suite dell’Hotel Eden dove vivevano da quando da Milano si erano trasferiti nella Capitale. E mi rivedo sempre in auto sul sedile posteriore quando Zio Enrico mi portava in giro per Roma. Gli piaceva molto quando poteva guidare la sua Giulietta”.
Quella Giulietta che il 25 ottobre aveva accompagnato Enrico Mattei all’ aeroporto di Ciampino per andare in Sicilia dove due giorni dopo sarebbe ripartito sul jet privato dell’Eni verso il quartiere generale dell’Eni di Metanopoli di San Donato Milanese, dove però non arrivò mai perche l’aereo esplose in volo a Bascapè a causa della bomba posizionata dietro il cruscotto del Morane Saulnier pilotato dall’esperto comandante Irnerio Bertuzzi sul quale volava anche il giornalista americano William Mc Hale.
L’auto rientrata subito nel garage sotterraneo del palazzo Eni all’Eur da li non si è mai più mossa sino a 3 anni fa. E’ stata messa in moto dall’autista di Mattei sino al suo pensionamento nei primi anni Settanta. Poi è rimasta parcheggiata al buio, per decenni. Anni dopo venne portata all’archivio storico dell’Eni e poi al palazzo di vetro di Roma.
Rosy venuta a conoscenza della presenza dell’auto ha subito cercato di rientrane in possesso. “Io sapevo bene, supportata anche delle carte dell’Eni di zio Enrico quella auto era la sua personale – spiega la nipote -. Ne aveva comprate due identiche una per lui e una per zia Greta, che anni dopo la morte di mio zio la vendette. Ma la Giulietta di Mattei non ci venne mai restituita e nessuno di noi l’aveva richiesta”.
Rosy Mattei si è messa quindi in contatto con Eni tre anni fa per riaverla ma la risposta del Cane a sei zampe fu negativa. La nipote non si è persa d’animo.
“Ho fatto una ricerca storica all’Aci – aggiunge – perchè Eni mi disse non aver più il libretto di circolazione e da li inequivocabilmente sono comparse le copie originali del libretto di circolazione e del foglio complementare che dicevano che la Giulietta targata Milano era effettivamente dell’ingegner Enrico Mattei residente in via Fatebenefratelli del capoluogo lombardo”.
A quel punto non c’è stata più storia, Eni ha dovuto riconsegnare l’Alfa Romeo alla legittima erede.
“Ho dovuto spendere parecchi soldi per farla restaurare – conclude Rosy Mattei – E’ rimasta ferma per oltre 50 anni. Abbiamo chiamato uno dei migliori restauratori italiani delle Alfa. E ora l’auto funziona a meraviglia. L’emozione più grande è stata mentre pulivo personalmente gli interni. Dal portacenere anteriore sono usciti tre mozziconi di Nazionali senza filtro. Erano le sigarette che fumava mio zio Enrico”.
Cesare Mannucci
(L’apposizione della Targa oro avverrà nel garage dell’abitazione di Rosy a Matelica dopo il pranzo privato con il presidente Alberto Scuro. L’auto può essere ammirata da chiunque si metta in contatto col Museo Enrico Mattei di Corso Umberto 9 a Matelica prendendo direttamente un appuntamento con Rosy Mattei sulla pagina Facebook del museo)
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