Matteo Renzi l’ha chiamato sul palco della Leopolda definendolo leader nazionale. E non si trattava certamente di una battuta. Beppe Sala, infatti, è stato rieletto sindaco con circa il settanta per cento dei voti. Il centrodestra non ha neppure tentato di sconfiggerlo, ha presentato all’ultimo minuto un candidato, anche perchè sarebbe stato “bruttino ” non mettere in campo nessuno. Ma in pratica non ha fatto neppure la campagna elettorale. Anche a loro andava bene Sala. Hanno finto di giocare, per perdere e hanno perso malissimo. I partiti del centrosinistra, soprattutto il PD, si sono limitati alla guerra delle preferenze. Tra di loro. Infatti contano poco, veramente poco tutti i partiti. La presidente del consiglio comunale ha tenuto un discorso di circostanza. Eppure dovrebbe essere la numero due a Palazzo Marino. Non voleva disturbare. Ma in fondo il consiglio comunale è ridotto ormai ad un atto formale. Sala è iscritto ai Verdi Europei, un partito che a Milano non c’è. Tanto per segnalare la sua distanza dai partiti. Mosceria politica. Eppure a Milano nei prossimi anni avverrà la più grande rivoluzione urbanistica, economica, sociale. Ma si parla solo dello stadio, tra buffi e scontati litigi. Invece si metterà mano agli enormi spazi ferroviari in disuso, alle ultime aree industriali dismesse e nel 2026 ci saranno le Olimpiadi invernali. In tutto questo la città è assente. Il re Sole governa. La sua giunta è una piccola giunta. Dei suoi componenti poco si sa. Alcuni sono giovanissimi privi di esperienza amministrativa. L’ assessore all’ urbanistica precedente che ha preso più di novemila voti, solo Bobo Craxi nel 1990 era arrivato a tanto, è stato sostituito. Al suo posto è andato un dirigente comunale. Perchè? Mah, difficile da spiegare. Il PD gli ha promesso un posto in parlamento. Si vedrà. Leader nazionale, così dice Renzi e il toscano ha il naso fine. Molti pensano alla nuova formazione politica che potrebbe nascere nell’operazione del dopo Mattarella. Carfagna leader? o Sala?. Nel frattempo lui imperterrito governa.
Roberto Caputo
Giampaolo Mercanzin
Spero proprio di no. La storia non si dimentica e neanche l’EXPO!
Dr Anvilon
L’analisi, corretta e di agevole lettura, conferma che, però, non si governa con il modello autocratico di “un uomo solo al comando” prefigurato per gli enti locali (e regione, in parte) delegando anche le carenze amministrative proprie delle amministrazioni (pure centrali) di riferimento, non superate dalle neglette “conferenze di servizi”, in cui il servente era spesso e volentieri “fuori servizio” … pur presente.