Quando nel giugno del 2018 andarono al governo i 5scemi e i “Salvini premier” ero convinto che avrebbero portato i conti pubblici in default.
Sottovalutavo, però l’assoluta incapacità degli uni e degli altri.
Quella che li portò a durare solo un anno e un mese.
In cui, comunque, riuscirono a fare danni ingenti, tipo “l’abolizione della povertà” e relative ruberie di denari del contribuente o la demenziale “quota cento”
Ma c’è da dire che i veri vandalizzatori del bilancio statale furono quelli del successivo governo giallorosso, depurato delle insopportabili pagliacciate del capitano “en travesti” ma non meno pernicioso del predecessore.
Si apprende, infatti, che la droga iniettata nell’economia altresì detta “superbonus” (anche qui con relative ruberie pari a oltre 2 miliardi) ha prodotto un buco nell’ordine dei 100 miliardi.
Conseguenza: per la finanziaria i margini di manovra sono assai ristretti.
Il che, peraltro, non è totalmente un male visto che evita anche solo di accarezzare altre idee da sperperoni senza zucca tipo “flat tax” o qualche altra “quota” per mandare prima la gente in pensione.
Poi, magari, trovi ancora qualcuno che si rivendica fieramente “populista”.
E, magari, non sa nemmeno che il suo modello è Juan Carlos Peron la cui politica ha prodotto, in Argentina, un susseguirsi settantennale di default catastrofici.
Stefano Pillitteri
Giovanni Sora
Non entro nel merito, comunque Peron non si chiamava Juan Carlos ma Juan Domingo..
Dr Anvilon
Per tutto questo e quant’altro non detto, ma pensato, si sarebbe dovuto fare M. D. Presidente della Repubblica, Fideiussore e non solo Garante!