Il mese di Luglio prosegue sulla solita falsariga, con i mercati principali che continuano a monitorare la questione tassi, che rimane prioritaria insieme ai dati sull’inflazione. Nel comparto equity, i dati che sono usciti dagli Stati Uniti, hanno fino ad ora alimentato una ripresa che ha portato i principali indici americani, a raggiungere livelli che non si vedevano da tempo, e a contribuire al rialzo, non bisogna dimenticare anche gli utili societari, tra cui Bank of America e Morgan Stanley. A breve giungeranno anche i rapporti sugli utili di Tesla, Netflix e Godmand Sachs. Ieri i dati americani sulle vendite al dettaglio hanno evidenziato, al di là di tutto, che la spesa al consumo rimane resiliente, congiuntamente a dati sull’inflazione che sono scesi ai minimi degli ultimi due anni. Sono infatti aumentate dello 0.2% dopo che il dato di maggio è stato rivisto al rialzo a +0.5%, anche se leggermente al di sotto delle previsioni. L’Economia americana quindi resta forte nonostante la discesa dell’inflazione, e anche il segretario al Tesoro Janet Yellen ha dichiarato che gli Usa non entreranno in recessione. Nella notte l’indice Nikkei è salito dello 0.6% mentre il topix dello 0.9%, a ruota dei mercati azionari Usa. Sul fronte della politica monetaria il Governatore Ueda ha dichiarato di voler mantenere una politica ultra accomodante, dichiarando che c’e’ ancora tempo prima che l’inflazione scenda al 2%. Lo Jpy ha ceduto sul dollaro con UsdJpy tornato sopra 139.30.
VALUTE
Sul valutario, si segnala un parziale ritorno del dollaro, dovuto essenzialmente a prese di beneficio contro Euro e Sterlina, ma anche contro lo oceaniche che evidenziano una persistente debolezza legata alle condizioni congiunturali asiatiche e una Cina che fatica a ripartire. Da segnalare la discesa dell’inflazione in Nuova Zelanda, al 6% su base annua nel secondo trimestre, dopo che il primo aveva visto un indice dei prezzi al consumo salire del 6.7%. Su base trimestrale invece, l’aumento dei prezzi al consumo è stato dell’1.1%, inferiore al primo che era stato dell’1.1%. Dollaro neozelandese sotto pressione in particolar modo contro Franco svizzero con la vicinanza dei minimi storici ormai a portata di mano appena sotto 0.5300. Tornando alle majors, segnaliamo un Euro che sembrerebbe pronto al test di 1.1200 che per il momento tiene egregiamente, e solo una violazione di di 1.1170 80 segnalerebbe una discesa più importante. Sul Cable siamo scesi 140 pips rispetto ai massimi, ma è ancora troppo poco se si vuole parlare di pull back di un certo rilievo. Sul UsdJpy abbiamo dei target importanti intorno a 141.00, mentre il UsdCad rimane nel range 1.3080 1.3240, almeno per il momento. Sul fronte dati segnaliamo tra poco l’inflazione inglese attesa all’8.2 su base annua, oltre ai dati sui prezzi alla produzione. In giornata anche il Cpi europeo, atteso al 5.5% sempre su base annua, mentre nel pomeriggio attenzione ai dati sul mercato immobiliare Usa.
Saverio Berlinzani
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