Consiglio a tutti di fare un viaggio in Scozia. Attraversarla con il bus da sud a nord, e ritorno a Edinburgo, è stata un’avventura soprattutto rigenerante. A contatto con territori immersi in una natura sempreverde e abitati da gente di antica e radicata cultura. Com’è stata ed è tuttora la cultura del clan. Una cultura che, ancora oggi, affonda le proprie radici in una vita semplice ed essenziale, guidata da un impulso di libertà autentica che finisce con avere la meglio, quasi sempre, sia sulle costruzioni artificiali della modernità – come il socialismo utopico di Owen nel villaggio di New Lanark – che della globalizzazione – dato che, ad eccezione di ben poche città, la gente preferisce ancora vivere in centri abitati di ridotte e perfino ridottissime dimensioni.
Le highlands sono generalmente ritenute terre perfino inospitali, e invece a me sono sembrate abitate da gente cordiale e, usando una parola forse d’altri tempi, felice. In definitiva, un popolo che sembra dimostri di non avere alcun bisogno né di re né di sacerdoti. E in proposito vale ricordare le storie delle rivolte giacobite e la fondazione e diffusione nazionalista della Chiesa di Scozia.
E allora fu così che gli antichi Romani non la conquistarono e la chiamarono Caledonia. E speriamo che sia altrettanto così che i moderni imparino a rispettarla, conservando i territori e riscoprendo più antichi riti che appartengono comunque al nostro comune e intero destino.
Angelo Giubileo
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