Mai, né da piccolo né da grande (e come me miliardi di bambini e di ex bambini), avevo pensato ai Sette Nani come a persone affette da nanismo. Per me erano “mitici” personaggi del “mondo incantato” delle fiabe, alla pari di Biancaneve, Cenerentola, Cappuccetto Rosso, il Gatto con gli Stivali e Pinocchio. Ma ha provveduto a farmelo realizzare – bel risultato, non c’è che dire – il cretinismo dei “woke”, gli “svegliati” alla correttezza politica (capirai, manco fossero reincarnazioni del Buddha). È andata così: la Disney stava preparando una riedizione di “Biancaneve e i sette nani”, quando l’attore Peter Dinklage (star del “Trono di Spade”), affetto da nanismo, si dichiarò stupito perché avevano scelto per la protagonista un’attrice ispanica (bene), ma c’erano ancora i sette nani (male). “Evidentemente i miei sforzi per portare avanti i nostri diritti sono stati inutili”. In cosa consistano questi diritti al momento mi sfugge: forse quello di essere ignorati? Comunque, un attore affetto da nanismo che recita con grande successo nella serie Il Trono di Spade, ha di fatto impedito ad altri attori affetti da nanismo di recitare nella nuova Biancaneve. Che infatti non sono per niente contenti. Tra gli altri, Wee Man ha detto: “È una cosa brutta. Non sono d’accordo. Perché quello che stanno facendo è praticamente sostituire i lavori che le persone di bassa statura potrebbero avere. Biancaneve e i Sette Nani… è per i nani”. Eppure la Disney sostiene di aver consultato “la comunità delle persone affette da nanismo”.
Ma ormai la frittata sembra fatta. I sette celebri ometti sono stati silurati e sostituiti con non meglio chiarite “creature magiche della foresta”. Anche il Principe Azzurro è stato fatto fuori. La sua grave colpa è nota: ha dato a Biancaneve un bacio non consensuale…
Concludendo, la situazione è chiara: sono gli “svegliati” che dovrebbero urgentemente svegliarsi…
Giorgio Ragazzini
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