Il tasso generale di inflazione, a Luglio, negli Stati Uniti, è cresciuto del 3,2% su base annua, al di sotto del previsioni che erano per un incremento del 3,3%, ma sopra al dato del mese di giugno che aveva visto un incremento del 3%. Si tratta del primo dato superiore a quello precedente, da 12 mesi a questa parte. L’anno scorso, in questa stagione, l’inflazione cominciava a scendere dal 9,1%. Il dato generale mensile, cioè inclusi alimentari ed energia, è cresciuto dello 0,2%, come da previsioni. Il numero core invece, è cresciuto meno delle attese al 4,7% contro il 4,8% del consensus, mentre su base mensile dello 0,2% anche in questo caso come da attese. Insomma i numeri sull’inflazione negli Usa, dimostrano che forse la Fed non abbia ancora concluso definitivamente il lavoro di rialzo del costo del denaro e che qualcosa servirà probabilmente ancora. Del resto i membri del board più di una volta, recentemente, hanno messo in guardia i mercati sulla necessità di concludere il ciclo di inasprimento, ma forse non siamo ancora alla fine e uno o due rialzi ci potrebbero ancora stare. La reazione degli indici azionari dimostra che il mercato crede nella fine del ciclo di rialzo del costo del denaro, con il Dow Jones che ha guadagnato lo 0,15% mentre l’S&P 500 ha messo a segno un lievissimo rialzo dello 0,03%. Segno positivo anche per il Nasdaq con un +0,12%.
VALUTE.
Non cambia nulla sul mercato dei cambi con le majors Eur, Gbp, Jpy e Chf nel trading range richiamato anche ieri, e 100 pips massimo di oscillazione giornaliera nell’ultimo periodo. Perdono invece di più le oceaniche Aud e Nzd che scendono a ridosso dei livelli chiave. Le ragioni sono legate ovviamente al rallentamento della congiuntura cinese, ma, come abbiamo anche ricordato recentemente, il Governo sembra intenzionato a rilanciare con manovre espansionistiche e la stessa banca centrale potrebbe tagliare i tassi, specie dopo il dato sull’inflazione negativo. UsdCad non lontano dalle resistenze di 1,3500 e attenzione specie al UsdJpy che si riporta a ridosso di 145, livello che aveva visto recentemente la Boj rilasciare qualche dichiarazione di possibile intervento a sostegno di uno Jpy eccessivamente debole.
PIL INGLESE SOPRA LE PREVISIONI
Uscito stamani anche il Pil della Gran Bretagna su base trimestrale, cresciuto dello 0,2%, al di sopra delle attese che prevedevano una crescita zero nelò periodo in oggetto. Crescono soprattutto i consumi delle famiglie, i trasporti , ristoranti e alberghi, anche in concomitanza probabilmente con le vacanze estive. Su base annua il Pil registra un +0,4%, mentre salgono anche la produzione manifatturiera con un +2,4% a luglio, e la produzione industriale che cresce dello 0,7% su base annua, sopra ad attese negative.
DATI MACRO.
Oggi si chiude la settimana con i dati relativi ai prezzi alla produzione Usa e agli aggregati redatti dall’Università del Michigan. Non ci aspettiamo alta volatilità e pensiamo che la settimana chiuda con le price action già viste durante questa ultima ottava.
Saverio Berlinzani
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