“Buongiorno, Enrico, notizie da Kiev? “
Si scrive Kyiv prima di tutto. E Kyiv resiste. A casa, almeno loro, hanno di tutto. Hanno il necessario. I russi non sfondano sul territorio e lanciano missili sulle città e la popolazione. Gli ucraini combattono, non c’è altra soluzione finché la Russia non avrà lasciato libera l’Ucraina fino al suo ultimo centimetro quadrato.” C’è bisogno di armi non di un passaggio ” aveva detto Zelensky alcuni giorni fa a Biden. Armi letali, non pannolini. Potrà far rabbia a coloro che si sono scordati di cosa vuol dire lottare per la libertà.
C’è ancora qualcuno che dà ragione a Putin? Tutti i suoi falsi motivi giustificano i bombardamenti sui civili?
No alla pace, no ai trattati. “Speriamo che finisca presto” è un lavarsene le mani, una ipocrisia. Vuol dire lasciare l’Ucraina alla Russia. Questo non accadrà. I patrioti ucraini combattono sempre. A molti italiani che nulla sanno dell’Ucraina, questo fa paura, ma soprattutto non capiscono. L’ideologia comunista, ma anche quella fascista, che sono scatole vuote prive di tutto quello che serve ad un uomo, si è mascherata da impenitente populismo, comodamente tra gli italiani. l’opportunismo, il ” francia, o spagna, purché si mangia”, è di chi ha rinunciato da tempo alla libertà, al suo significato. Dalla Polonia e dalla Romania entrano ed escono armi e popolazione inerme fugge. È guerra e lo stato di guerra impone agli ucraini di essere pronti a combattere ancora una sanguinosa guerra nella loro bellissima e storica città. Forse, sarà la battaglia finale. Forse l’attacco alle centrali nucleari sveglierà la Gran Bretagna, unica potenza credibile che possa schiacciare il sopruso russo.
Enrico Martelloni
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