“Una forza vulcanica, il coraggio, la coerenza. Sono queste le cose che mi vengono in mente pensando a Michela Murgia, una donna, scrittrice e professionista dal talento straordinario. Ci mancheranno quel suo essere irriverente e senza filtri, quella tenacia nel combattere i pregiudizi, quell’amore per la libertà che Michela ha trasmesso a tutti noi”.
Con queste parole che accompagnano un post su Facebook il segretario del Psi Enzo Maraio saluta la scrittrice Sarda Michela Murgia scomparsa ieri dopo una lunga malattia. Aveva esordito nel 2006 con “Il mondo deve sapere”. Tra le sue opere più note “Accabadora”, “Tre ciotole” e “Istruzioni per diventare fascisti”. Dopo aver reso pubblica la sua malattia la scrittrice, drammaturga, opinionista, ha raccontato sui social i momenti privati, celebrando la sua famiglia queer ma anche continuando le sue battaglie da attivista per i diritti.
Molto legata alla sua terra, nel 2008 ha firmato “Viaggio in Sardegna”. Due anni dopo è uscito “Accabadora”, premio Super Mondello e premio Campiello, mentre è del 2011 “Ave Mary”, riflessione sul ruolo della donna nel contesto cattolico. Tra le sue opere successive “Presente”, “L’incontro”. Il saggio breve sul femminicidio “L’ho uccisa perché l’amavo”. “Falso!”; e ancora “Futuro interiore”, “L’inferno è una buona memoria”, il saggio “Istruzioni per diventare fascisti”,
Lo scorso 11 giugno la Murgia aveva annunciato il ritiro dall’attività pubblica. A metà luglio aveva sposato l’attore e regista Lorenzo Terenzi. Tra i suoi ultimi post, sui social, la ferma critica alla decisione della Rai di cancellare dai palinsesti il programma di Roberto Saviano, Insider.
E proprio lo scrittore napoletano scrive: “Ma l’amor mio non muore”. L’affetto per Michela Murgia, rimbalza sui social dove si moltiplicano i messaggi di cordoglio. “Michela, amore. Grazie per tutto”, è il messaggio di Loredana Lipperini. “Non so come faremo a stare senza di te. Ci hai insegnato come vivere e anche come morire”, le parole di Luciana Littizzetto. “Nella notte delle stelle, va via una stella. Libera fino all’ultimo: addio Michela Murgia”, è il post di Paolo Borrometi. “Quel tuo ultimo sorriso, donna luminosa, lo porterò sempre con me” scrive Geppi Cucciari.
Il 5 agosto, l’affondo sui social contro il sindaco leghista di Ventimiglia per aver impedito ai migranti che passano la frontiera di rifornirsi di acqua al cimitero. Voleva “arrivare viva alla morte” Michela Murgia, lo aveva promesso nell’intervista del 6 maggio scorso al Corriere della Sera in cui aveva rivelato di soffrire di un carcinoma renale al quarto stadio. E così ha fatto, senza rinunciare, fino alla fine, a prendere posizione, a far sentire la sua voce libera e antagonista nei confronti del potere, a raccontare sul web tanti piccoli e grandi atti, di gioia, di dolore, di protesta, fino alle nozze del 15 luglio con Lorenzo Terenzi e alla festa il 23 con la sua famiglia allargata, una sorta di manifesto politico anti patriarcato con gli invitati tutti in bianco e la scritta God save the queer ricamata con
perline rosso sul suo abito fatto per lei da Maria Grazia Chiuri, la stilista di Dior.
“Non è una festa”, aveva spiegato all’atto di sposare Terenzi, attore, regista, autore e anche musicista, conosciuto nel 2017 grazie a uno spettacolo teatrale in cui lei era la protagonista e lui lavorava alla regia. “Lo abbiamo fatto controvoglia: se avessimo avuto un altro modo per garantirci i diritti a vicenda non saremmo mai ricorsi a uno strumento così patriarcale e limitato, che ci costringe a ridurre alla rappresentazione della coppia un’esperienza molto più ricca e forte, dove il numero 2 è il contrario di quello che siamo. Niente auguri, quindi, perché il rito che avremmo voluto ancora non esiste. Ma esisterà e vogliamo contribuire a farlo nascere”.
Redazione
(da “Avanti Online”)
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